Le attività assistite per mezzo del cavallo hanno una rilevanza cruciale nel trattamento di varie problematiche psicologiche, psichiatriche, psicosomatiche, psicomotorie, fisiche e neurologiche. Si consiglia ad esempio l’uso del cavallo nelle terapie riguardanti:
- Autismo
- DSA
- ADHD e problematiche comportamentali
- Sindrome di Down
- Disturbi di socializzazione
- Asma
- Parkinson
- Distrofia muscolare
- Fibromalgia
e in tutti quei casi in cui si ritenga necessario l’ausilio del cavallo per apportare benefici alla persona.
Per quanto riguarda l’Autismo, il cavallo è considerato uno dei mezzi più efficaci per favorire lo sviluppo delle capacità empatiche, relazionali, l’inserimento sociale ed il contatto col mondo esterno, tutti aspetti questi più deboli nella persona autistica ( anche nelle forme di autismo ad alto funzionamento, come nella sindrome di Asperger). Mediante l’utilizzo del cavallo vengono potenziate anche le capacità motorie, intellettive, posturali, sempre all’interno di un contesto non medicalizzato.
Qualsiasi intervento assistito o qualunque terapia per mezzo degli animali, comporta un rilassamento neuro-psichico (controllato dall’amigdala) e somatico, a maggior ragione ciò avviene con il cavallo. Inoltre questo splendido animale è dotato di estrema sensibilità e di intelligenza emotiva, per cui si rende conto di ciò che avviene intorno a lui ed empatizza con la persona che gli è accanto, si adegua e “sta”, trasmettendo un senso di protezione e di accoglienza molto forti. A partire da questo legame corporeo ed emotivo profondo, che nasce in maniera automatica, il bambino autistico viene stimolato a livello sensoriale, emotivo, cognitivo e sociale; gradualmente si apre al mondo esterno, generalizzando quella relazione instaurata inizialmente all’interno del binomio bambino – cavallo.